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Gestione Emozionale

La violenza è il miglior modo per sconfiggere la violenza?

16 Novembre 2015 By Rosy Cervellera Leave a Comment

La violenza è il miglior modo per sconfiggere la violenza?

Vedo molte frasi, su internet, che inneggiano alla violenza come risposta alle ultime atrocità di questi giorni che mi lasciano da pensare…

Io sono sempre dalla parte del “Benessere” delle persone (in tutti i sensi) e credo che, a questo punto, le parole di Tiziano Terzani nella sua lettera aperta scritta nel 2001 in risposta all’articolo “La rabbia e l’orgoglio” di Oriana Fallaci, ci mostri delle riflessioni molto sagge su cui riflettere, prima di cedere a pensieri poco “benefici”…

 

Ecco cosa scrive:

“Tu pensi davvero che la violenza sia il miglior modo per sconfiggere la violenza?”

Da che mondo è mondo, non c’è stata ancora una guerra che ha messo fine a tutte le guerre.

Non si tratta di giustificare, di condonare, ma di capire… Capire, perchè io sono convinto che il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi, ma eliminando le ragioni che li rendono tali.

Il mondo ci sta cambiando attorno.

Cambiamo allora il nostro modo di pensare, il nostro modo di stare al mondo. E una grande occasione. Non perdiamola: rimettiamo in discussione tutto, immaginiamoci un futuro diverso da quello che ci illudevamo d’aver davanti prima dell’11 settembre e soprattutto non arrendiamoci alla inevitabilità di nulla, tanto meno all’inevitabilità della guerra come strumento di giustizia o semplicemente di vendetta.

Le guerre sono tutte terribili. Il moderno affinarsi delle tecniche di distruzione e di morte le rendono sempre più tali.

Pensiamoci bene: se noi siamo disposti a combattere la guerra attuale con ogni arma a nostra disposizione, compresa quella atomica, come propone il Segretario alla Difesa americano, allora dobbiamo aspettarci che anche i nostri nemici, chiunque essi siano, saranno ancor più determinati di prima a fare lo stesso, ad agire senza regole, senza il rispetto di nessun principio.

Se alla violenza del loro attacco alle Torri Gemelle noi risponderemo con una ancor più terribile violenza – ora in Afghanistan, poi in Iraq, poi chi sa dove – alla nostra ne seguirà necessariamente una loro ancora più orribile e poi un’altra nostra e così via.

Perché non fermarsi prima?

Abbiamo perso la misura di chi siamo, il senso di quanto fragile ed interconnesso sia il mondo in cui viviamo, e ci illudiamo di poter usare una dose, magari “intelligente”, di violenza per mettere fine alla terribile violenza altrui.

Cambiamo illusione e, tanto per cominciare, chiediamo a chi fra di noi dispone di armi nucleari, armi chimiche e armi batteriologiche – Stati Uniti in testa – d’impegnarsi solennemente con tutta l’umanità a non usarle mai per primo, invece di ricordarcene minacciosamente la disponibilità.

Sarebbe un primo passo in una nuova direzione. Non solo questo darebbe a chi lo fa un vantaggio morale – di per sé un’arma importante per il futuro – ma potrebbe anche disinnescare l’orrore indicibile ora attivato dalla reazione a catena della vendetta.

 

“Come non si può spegnere il fuoco con il fuoco, né asciugare l’acqua con l’acqua, così non si può eliminare la violenza con la violenza.”  – L. Tolstoj

 

Non possiamo rinunciare alla speranza!

“Mi dica, che cosa spinge l’uomo alla guerra?” – chiedeva Albert Einstein nel 1932 in una lettera a Sigmund Freud. “E possibile dirigere l’evoluzione psichica dell’uomo in modo che egli diventi più capace di resistere alla psicosi dell’odio e della distruzione?”

Freud si prese due mesi per rispondergli. La sua conclusione fu che c’era da sperare: l’influsso di due fattori – un atteggiamento più civile, ed il giustificato timore degli effetti di una guerra futura avrebbe dovuto mettere fine alle guerre in un prossimo avvenire.

Giusto in tempo la morte risparmiò a Freud gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Non li risparmiò invece ad Einstein, che divenne però sempre più convinto della necessità del pacifismo.

Nel 1955, poco prima di morire, dalla sua casetta di Princeton in America dove aveva trovato rifugio, rivolse all’umanità un ultimo appello per la sua sopravvivenza: “Ricordatevi che siete uomini e dimenticatevi tutto il resto“.

tratto da : Lettera aperta di Tiziano Terzani

 

 

Vi lascio con un pensiero di Voltaire e un video!

“La tolleranza non ha mai provocato una guerra civile; il fanatismo ha coperto la terra di massacri.”  – Voltaire

 

Mi piace sempre rivedere questa scena del film di Totò perchè è significativa:

 

 

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Come i pensieri influiscono su corpo e mente 2°parte

29 Settembre 2015 By Rosy Cervellera Leave a Comment

Come i pensieri influiscono su corpo e mente 2°parte

Quali pensieri colorano le vostre giornate e nottate?

Quanto le emozioni condizionano i pensieri convogliandoli in una certa direzione, desiderabile o insopportabile?

Chi di noi, non si è mai sentito imprigionato dai propri pensieri ricorrenti. È come essere chiusi in prigione e non poter vedere nient’altro che quelle quattro mura, i vari toni di grigio, le irregolarità e i segni del tempo ora dopo ora, giorno dopo giorno.
Gli stessi pensieri si ripetono ancora e ancora e ancora, incessantemente.

Anche se vorremmo pensare ad altro, anche se vorremmo dormire, anche se vorremmo dirci che andrà tutto bene, che non c’è niente di orribile là fuori, non ci riusciamo.
I pensieri, l’energia della mente, influenzano direttamente il modo in cui il cervello fisico controlla i processi fisiologici del corpo. L’energia del pensiero può attivare oppure inibire le proteine che attivano le funzioni della cellula attraverso i meccanismi dell’interferenza costruttiva e distruttiva.

mente assente

Per questo, quando ho fatto il primo passo verso il cambiamento della mia vita, ho dovuto controllare attivamente dove impiegavo la mia energia cerebrale.

La PNEI (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia) rappresenta la dimostrazione scientifica della visione olistica dell’essere umano. L’olismo, dal greco holon= considera tutto l’essere umano come un insieme di parti e delle relazioni che si sviluppano tra di esse. La PNEI è una chiave di lettura della malattia e dei collegamenti tra zone del corpo anche apparentemente lontane.

E’ la base scientifica del modello di cura “Mente-Corpo”: i pensieri, le emozioni, gli stili di vita influenzano direttamente le cellule e gli organi, rafforzano o indeboliscono il sistema immunitario, il sistema ormonale e il sistema nervoso.

 

A partire dagli studi di Selye sullo stress, nel 1936, era nata una nuova generazione di studi scientifici che avevano poi condotto alla definizione della PNEI. Grazie a questi studi si è giunti alla comprensione che bisogna “abbandonare lo sguardo dell’anatomista che, da secoli, taglia e separa l’organismo umano in compartimenti, edificando discipline scientifiche e pratiche cliniche non comunicanti tra loro.

 

Si sono identificati i collegamenti tra cervello, sistema endocrino e sistema immunitario. Adesso i canali di collegamento tra psiche e soma e le molecole mediatrici di questo rapporto (neuropeptidi) sono state identificate.” (daPsiconeuroendocrinoimmunologia di F. Bottacioli).

E, ancora, che “I neuropeptidi sono come pensieri trasformati in materia.” (da Molecole di Emozioni di Candace Pert).
Gli studi della PNEI dimostrano che “non possiamo più attribuire alle emozioni e agli atteggiamenti mentali minore validità che alla sostanza fisica, anzi, dobbiamo considerarli segnali cellulari che traducono le informazioni in realtà fisica, che trasformano letteralmente la mente in materia.” (Molecole di Emozioni).
Come agisce la mente?
La mente, intesa come unità pensante e percettiva diversa dal cervello, svolge un ruolo importante: quando noi pensiamo in un certo modo utilizziamo in quel modo le emozioni e, a livello biochimico, si attivano trasformazioni particolari che influenzano in maniera determinante la nostra biologia.

Per questo motivo, la mente può influenzare il corpo, e avere un ruolo determinante sia nel produrre una malattia, sia nella cura della stessa e nella tutela della salute.

I pensieri, le emozioni e i comportamenti interagiscono con le cellule e i tessuti, influenzando il sistema energetico: essi contribuiscono al malessere e alla malattia o, se adeguatamente trasformati, contribuiscono alla salute e alla gioia di vivere.

I neuroni si rinnovano: cambiare è possibile!

Un fondamentale approdo delle scoperte delle neuroscienze è la dimostrazione che il cervello è neuroplastico: ciò significa che si possono creare nuovi neuroni, nuove relazioni neurali e nuove mappe neurali in seguito all’esercizio di pensieri e immagini nuove.

mente e sorrisi

Questo processo di rinnovamento avvia cambiamenti profondi nel nostro modo di percepire la vita, nei nostri stati d’animo e nei nostri comportamenti, e può portarci all’incontro con la nostra identità profonda che restituisce un senso alla vita (chi sono, cosa voglio e come voglio vivere).
Finché c’è vita, il cambiamento è sempre possibile, basta rimanere aperti/e a nuovi stimoli di conoscenza.

Questa 2° parte dell’articolo è stata scritta dalla mia collega:

Gagliardi Enrica Psicologa psicoterapeuta

Enricagagliardi1@gmail.com

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Emozioni e mente 1° parte

21 Settembre 2015 By Rosy Cervellera Leave a Comment

Emozioni e mente 1° parte

Le emozioni sono importanti: rendono la nostra vita ricca di momenti speciali pieni di sentimenti che si imprimono nella memoria e ci fanno stare bene.

 

Succede che se,invece, viviamo emozioni  spiacevoli come,un amore sbagliato, un lutto, una separazione, una persistente insoddisfazione sul lavoro, possono dare tutti, ansia, tristezza, malinconia, ma anche malattie psicosomatiche: eruzioni cutanee, i problemi digestivi e respiratori e disturbi del sonno.

Lo sapevi?

I sentimenti e le emozioni negative, soprattutto quando non sono espresse, possono radicarsi nel corpo.

“Ogni individuo è un’inseparabile unità fra mente e corpo: per questo, salute o malattia sono anche un’espressione di benessere o malessere psicologico e nel malessere psicologico, vi è un considerevole incremento di cortisolo,un ormone che in quantità eccessive, inibisce il sistema immunitario. E rende così più vulnerabili alle malattie infettive”.come spiega Antonino Minervino, Membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Medicina Psicosomatica.
Quindi ,quando i sintomi si presentano, non vanno combattuti, perché sono un segnale : in questi casi, ammalarsi, deve diventare lo stimolo ad abbandonare gli atteggiamenti negativi.

 

Certo è che, per attuare questo processo spesso non basta una buona autoanalisi, ma è necessario la guida, il supporto di un esperto.
Ora,qui, di seguito la psicosomatica di alcuni disturbi più ricorrenti:

psicosomatica
MAL DI TESTA.

Le Cefalee e le emicranie  segnalano il bisogno di ridurre l’eccesso di razionalità, e dare invece, più voce all’intuizione e alle emozioni.

Solitamente, chi soffre di cefalea è uno che deve tenere sempre tutto sotto controllo senza delegare mai.

 

INSONNIA
L’insonnia è un disturbo che colpisce,solitamente, chi non riesce a lasciarsi andare e questo purtroppo, accompagna la depressione. Spesso, chi soffre di insonnia è anche una persona profondamente insicura, che si sente esausta e sovraesposta ai rischi della vita.

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TORCICOLLO
Chi tende a somatizzare nei muscoli e nelle articolazioni ha un modello di vita piuttosto rigido, con una propensione al perfezionismo e all’autocontrollo, una costante del “mantenere la testa a posto”, o del “non abbassare la testa” negandosi impulsi aggressivi e manifestazioni di delusione e di irritazione.

DISTURBI RESPIRATORI

Simboleggiare la difficoltà ad affrontare da soli gli ostacoli e le lotte, piccole o grandi, che la vita  richiede: molto forte è, infatti, l’equivalenza della respirazione con l’autonomia.
La tosse nervosa,ad esempio è indice di una grande tensione e del tentativo di sbarazzarsi di desideri percepiti come estranei o pericolosi.
Invece,sentimenti di collera o di ira che non si riescono ad esprimere a parole sono spesso alla base della tosse cronica.

 

ORTICARIA, o psoriasi
La pelle rappresenta uno dei più importanti organi di espressione emotiva, lo straordinario confine fra il dentro ed il fuori, specchio dell’anima e grande strumento di comunicazione.

Sono persone con una tendenza ad adottare atteggiamenti passivi nei rapporti umani. Hanno una spiccata componente ansiosa, una grande vulnerabilità nei rapporti sentimentali ed un elevato grado di insicurezza.

In particolare, il prurito, indica la scarsa propensione a reggere una tensione emotiva, irritabilità, ansia, problemi sessuali, sentimenti di colpa, paura e collera ed inibizione dell’aggressività, spesso accompagnate da uno stile ossessivo.

ALLERGIE

Esprimono una reazione aggressiva volta a difendersi simbolicamente da ciò che attrae e che, insieme, si percepisce come pericoloso.

Esprime la paura della persona verso chiunque, anche verso il proprio partner.

PROBLEMI CARDIACI
Spesso chi manifesta “problemi di cuore” ha fortemente compresso le sue emozioni e pulsioni istintive, si è trincerato dietro una cortina impenetrabile.

L’infarto spesso rappresenta il punto d’arrivo di sofferenze interiori croniche, prolungate.

 

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GASTRITE

Soffrire, con una certa frequenza, di gastriti, bruciori di stomaco e altri disturbi digestivi denota un atteggiamento spesso rinunciatario, una mancanza di fiducia nelle proprie potenzialità.

Chi soffre di malattie gastriche è lacerato tra due poli opposti: reprime l’aggressività, oppure esplode in reazioni iperaggressive.

 

Lo stesso Ippocrate, padre della medicina occidentale, affermava: “Non è tanto importante conoscere la malattia, quanto conoscere chi è ammalato”.

 

Questo articolo è stato realizzato insieme ad una mia collega,molto brava,

la dott. Enrica Gagliardi Psicologa psicoterapeuta che nella 2°parte ci spiegherà come affrontare e gestire i sentimenti negativi!

 

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Grazie ai chicchi di caffè!

7 Settembre 2015 By Rosy Cervellera Leave a Comment

Grazie ai chicchi di caffè!

Tempo fa avevo letto questo racconto e mi era piaciuto molto….in questi giorni l’ho ritrovato, l’ho riletto e nuovamente mi ha colpito.

Credo che leggerlo ogni tanto serva a rimettere in ordine i nostri pensieri che, come i nostri armadi, ogni tanto si disordinano….

 

Ora lo condivido con voi e sarei felice di sapere se vi  piace e se in qualche modo vi è di aiuto a “riordinare”

i pensieri!

 

“Una ragazza si lamentava con suo padre sulla sua vita e di come le cose le risultavano tanto difficili.

Ogni volta che risolveva un problema, ne appariva un altro e lei.. era stanca di lottare.

Allora suo padre la portò in cucina, riempì tre pentole di acqua e le pose sul fuoco.

Quando l’acqua delle tre pentole stava bollendo, in una mise delle carote, in un’altra mise delle uova e nell’ultima mise alcuni chicchi di caffè.

 

caffè e chicchi

 

 

Lasciò bollire l’acqua senza dire parola.

La figlia aspettava impazientemente, domandandosi cosa stesse facendo il padre.

 

Dopo venti minuti il padre spense il fuoco, tirò fuori le carote, le uova, colò il caffè e li mise in tre recipienti diversi.

 

Fece avvicinare sua figlia e le chiese di toccare le carote: la figlia le toccò e notò che erano morbide; dopo le chiese di prendere un uovo e di romperlo, e lei osservò l’uovo era duro.

 

Poi, il padre le chiese di provare il caffè… sorrise mentre godeva del suo ricco aroma.

Umilmente la figlia domandò: “Cosa significa questo, papà?“

Il padre le spiegò che nonostante i tre elementi avessero affrontato la stessa avversità, “l’acqua bollente”, essi avevano reagito in maniera completamente diversa.

 

La carota arrivò all’acqua forte, dura, superba; ma dopo era diventata debole e facile da disfare.

L’uovo era arrivato all’acqua fragile, il suo guscio fine proteggeva il suo interno molle, ma dopo essere stato in acqua, il suo interno si era indurito.

 

Invece, i chicchi di caffè, erano unici: loro avevano cambiato l’acqua.

 

caffè

 

 

“Quale sei tu?” chiese il padre alla figlia.
“Quando l’avversità suona alla tua porta; come rispondi?“

 

 

“Quando il mondo raggiunge il suo punto di ebollizione sai immergerti nelle avversità ed esprimere il tuo miglior aroma?

 

 

 

Questa splendida storia, mi ricorda, che le persone più serene e felici non sono quelle a cui tutto va bene, ma quelle che sanno prendere il meglio della vita, nonostante tutto.

E tu, quando ti trovi nell’avversità, come reagisci?

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Un abbraccio : 7 benefici !

1 Giugno 2015 By Rosy Cervellera Leave a Comment

Un abbraccio : 7 benefici !

 

L’abbraccio è il più naturale e spontaneo gesto d’affetto tra mamma e bambino. Se il bambino piange, solo l’abbraccio della mamma può calmarlo. Sai perchè?
La psicoterapeuta Virginia Satir dice:

“Ci servono 4 abbracci al giorno per sopravvivere.
Ci servono 8 abbracci al giorno per mantenerci in salute.
Ci servono 12 abbracci al giorno per crescere”.

 

abbraccio mamma

In effetti, se ci pensiamo,un abbraccio non costa nulla, è un vero e proprio dono reciproco.

Eppure è benefico per entrambe le persone che si abbracciano, che si donano calore e conforto ed è una vera e propria terapia per migliorare la salute e il benessere.

 

Un abbraccio poi, non richiede molto tempo….anzi, di solito, la durata media di un abbraccio è di 3 secondi. Ma i ricercatori hanno scoperto qualcosa di fantastico: quando l’abbraccio dura 20 secondi, si produce un effetto terapeutico sul corpo e la mente.

 

Ecco i 7 maggiori benefici di un abbraccio:

 

Ringiovanire
Un semplice abbraccio ha effetti benefici sull’ossigenazione del sangue. Quando abbracciamo una persona, rafforziamo il suo organismo stimolando la produzione di emoglobina, che trasporta l’ossigeno ai tessuti. Quando i tessuti ricevono ossigeno, hanno con sé una nuova energia che permette al nostro corpo di ringiovanire.

 

Autostima
Studi scientifici hanno dimostrato che l’abbraccio favorisce l’autostima e le capacità mentali sia della persona che abbraccia che di chi viene abbracciato.Ricevere e donare un abbraccio migliora l’autostima e le capacità intellettive sia negli adulti e ancor più nei bambini.
I bambini che non hanno ricevuto abbracci subiscono ritardi nel camminare, nel parlare e nel leggere.

 

Ansia
In caso di attacco di panico o di ansia, l’abbraccio può diventare una vera e propria terapia.
La produzione di endorfine, gli ormoni del benessere, nel corso di un abbraccio è in grado di stimolare una sensazione di calma e di pace. Per ottenere degli effetti positivi dagli abbracci, a parere degli esperti, ne sono necessari 4 abbracci al giorno per mantenere la normale tranquillità, mentre 12 abbracci contribuisce ad alleviare ansia e angoscia. Un abbraccio libera anche altri ormoni chiamati serotonina e dopamina che hanno un effetto sedativo e anch’essi producono una sensazione di calma, benessere e tranquillità.

 

Depressione
Gli scienziati hanno scoperto che coloro che ricevono frequenti dimostrazioni di affetto, che si manifestano con abbracci e carezze, presentano un rischio inferiore di andare incontro a depressione e disturbi mentali rispetto a coloro a cui non vengono mai dedicati gesti gentili. Abbracciare un ammalato, dal punto di vista interiore, regala un piccolo momento di sollievo.

abbraccio
Stress
Abbracciarsi è un ottimo rimedio per alleviare lo stress. 20 secondi di abbracci, tenendosi 10 minuti per mano, riduce gli effetti fisici dannosi dello stress. Il merito è dell’ossitocina,l’ormone del buonumore, che viene rilasciata dal nostro organismo durante gli abbracci, contribuendo a contrastare lo stress. L’effetto antistress dell’abbraccio sarebbe maggiore tra persone che si conoscono e che si vogliono bene.
E stato anche riscontrato che l’ossitocina riduce le tendenze ad assumere droghe e all’alcolismo, così come per la voglia di dolci.

 

Memoria
Abbracciarsi migliora la memoria. Per stimolare il nostro cervello a ricordare meglio ciò che di importante ci accade, impariamo ad abbracciarci più spesso. Come nel caso dell’effetto antistress dell’abbraccio, il merito sarebbe ancora una volta della produzione di ossitocina. Se tra le due persone che si abbracciano esiste una fiducia reciproca, la terapia dell’abbraccio funziona meglio.

 

Cuore
Uno studio pubblicato su Psychosomatic Medicine ha evidenziato che gli abbracci producono degli effetti positivi sulla salute del cuore, in particolare alle donne; dove è stato evidenziato un calo della pressione sanguigna e del cortisolo, a beneficio del cuore e della circolazione sanguigna, può ridurre il dolore mestruale e ad alleviare il mal di testa,

 

A chi non piacciono gli abbracci?

I benefici dimostrati sono stati riscontrati anche nel caso di coccole a un animale domestico. Gli abbracci non sono solo utili tra gli esseri umani, anche le coccole con i nostri amati animali possono offrire vantaggi per la salute. Pochi minuti di coccole al nostro cane o gatto può promuovere il rilascio nel nostro corpo degli ormoni della”felicità”, sia a noi che a loro !

 

abbracci

Questo meraviglioso tranquillante è offerto gratuitamente ogni volta che si prende una persona tra le nostre braccia, che si culla un bambino, che si accarezza un cane o un gatto, che si balla con il nostro partner…..

Oggi, prendete qualcuno tra le braccia per venti secondi, fate questo semplice regalo…..

N. Bordeleau

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Sii sempre il meglio di ciò che sei!

20 Aprile 2015 By Rosy Cervellera Leave a Comment

Sii sempre il meglio di ciò che sei!

E’ capitato anche a te, qualche volta di avere la sensazione di non valere niente, di non essere nessuno e di non essere bellissima come un attrice ?

 

Ho trovato bellissima questa riflessione fatta da un grande personaggio :

 

“Se non puoi essere un pino sul monte,

sii una saggina nella valle,

ma sii la migliore piccola saggina

sulla sponda del ruscello.

 

montagna

Se non puoi essere un albero,
sii un cespuglio.

 

Se non puoi essere una via maestra
sii un sentiero.

 

sentiero-di-montagna

Se non puoi essere il sole,
sii una stella.
Sii sempre il meglio
di ciò che sei.

 

sii il meglio

Cerca di scoprire il disegno
che sei chiamato ad essere,
poi mettiti a realizzarlo nella vita.”

Martin Luther King

 

Ognuno di noi ha una missione da realizzare nella vita: scopri quale è la tua e impegnati a realizzarla, sii sempre il meglio di ciò che sei e sarai felice !

 

 

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